Oltre l'Automatico: Viaggio alla Scoperta dei Nostri Schemi Mentali e Comportamentali

Comprendere le Abitudini, i Comportamenti Automatici e gli Schemi Mentali

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Un Invito alla Riflessione

Da anni mi interrogo sulla mia pazienza – quella virtù tanto ambita quanto difficile da coltivare – e sull’impulsività che, come un fiume in piena, a volte travolge la mia ragione. E poi c’è quella complicata relazione madre-figlia, un intreccio di affetti e incomprensioni, un labirinto ancora irrisolto, quasi quanto le mie storie con gli uomini! … una replica ironica di vicende antiche e mai del tutto risolta...

Mi ricordo ancora di quella ormai lontana sera d’inverno, quando, seduta accanto al camino con una tazza di tè fumante, dopo essermi persa nei miei pensieri ho capito che era giunta l’ora di affrontare da vicino quei meccanismi interiori che, in modo silenzioso ma potente, guidavano ogni mio gesto.

Ispirata da conversazioni, silenzi e piccole rivelazioni quotidiane, con toni che cercano di essere seri ma non mancano di un sorriso amaro, ho deciso di intraprendere un viaggio con voi. In questo percorso, mi propongo di esaminare ancora e ancora le abitudini, quei comportamenti automatici e gli schemi mentali che mi hanno accompagnata per tutta la vita. Voglio scrutare nel profondo i processi interiori che, come ombre danzanti, hanno modellato la mia esistenza.

Desidero invitarvi a una riflessione condivisa.  Invito chiunque voglia ascoltare la mia storia, o forse la propria,

a unirsi a questo cammino. Alla fine propongo alcuni strumenti che ho sperimentato. Insieme, scopriremo come trasformare i nostri automatismi in strumenti di crescita, consapevolezza e, perché no, un pizzico di ironia nel raccontare la complessità della vita.

Inutile ricordarvi che potete scrivermi privatamente ogni volta che vi sentiate di farlo.

Il Viaggio della Consapevolezza: Comprendere le Abitudini i Nostri Schemi Mentali i Comportamenti Automatici

Le abitudini sono comportamenti ripetitivi che spesso vengono eseguiti in modo automatico, senza una riflessione consapevole. Possono essere salutari, come ad esempio una routine giornaliera creata per il proprio benessere, oppure un’abitudine a procrastinare o a reagire impulsivamente allo stress, limitante in questi ultimi due casi. Possiamo definirli: modelli adattivi o disfunzionali.

Spesso l’origine risiede nel bisogno di semplificare la nostra vita e ridurre lo sforzo decisionale.

E’ come se il cervello “automatizzasse” certe azioni per liberare altre risorse cognitive.

Le nostre abitudini, i nostri schemi mentali e comportamentali influenzano le emozioni e le azioni.

Schemi di Comportamento e Pensiero

Gli schemi di comportamento rappresentano modelli ripetitivi di azione - reazione e di interazione con l’ambiente e le persone che si instaurano spesso in maniera automatica.

Spesso si formano e si sviluppano attraverso l’esperienza, l’educazione, l’interazione con l’ambiente, le influenze familiari o sociali.

Quando uno schema di comportamento diventa ripetitivo, esso si trasforma in un’abitudine che si consolida e che guida le nostre azioni quotidiane.

Per esempio

  • Se in risposta a situazioni di stress si è appreso a isolarsi, questo schema può consolidarsi in un’abitudine che limita le interazioni sociali.

  • Una persona che, di fronte a compiti percepiti come difficili o stressanti, sviluppa l’abitudine di rimandare sistematicamente l’inizio o il completamento delle proprie attività. Questo schema, nato come meccanismo di difesa contro l’ansia, può diventare così radicato da compromettere la gestione del tempo e la produttività, aumentando il senso di colpa e lo stress.

  • Chi sperimenta una forte pressione nelle situazioni di valutazione (ad esempio, in ambito lavorativo o scolastico) può sviluppare uno schema di ansia anticipatoria. Con il tempo, questo porta all’abitudine di evitare nuove opportunità o sfide, anche quando potrebbero portare crescita e successo, per paura di non essere all’altezza.

  • Se una persona ha imparato, attraverso esperienze passate o messaggi ricevuti durante l’infanzia, che i propri errori non sono accettabili, può sviluppare uno schema di auto-critica e perfezionismo. Tale schema si trasforma in un’abitudine: ogni piccola imperfezione viene interpretata come un fallimento, portando a una costante svalutazione di sé e a un’eccessiva pressione interiore.

  • Un individuo che ha vissuto situazioni di conflitto intenso o punizioni emotive durante l’infanzia può sviluppare uno schema di evitamento. Questo si manifesta, ad esempio, nell’abitudine di non esprimere dissenso o di ritirarsi dal dialogo quando emergono differenze, limitando così la capacità di instaurare relazioni autentiche e risolutive.

  • Chi ha imparato a trovare conforto in soluzioni rapide (come il consumo eccessivo di cibo spazzatura, l’uso compulsivo dei social media o altre attività di distrazione) può sviluppare uno schema che privilegia la gratificazione immediata. Questo schema diventa un abitudine, portando a comportamenti che offrono sollievo momentaneo ma compromettono obiettivi a lungo termine e benessere generale.

Questi esempi mostrano come solo alcuni schemi di pensiero e comportamento possano, con la ripetizione, solidificarsi in abitudini che influenzano in maniera significativa la nostra vita quotidiana. Identificare e modificare questi schemi può essere un percorso fondamentale per il cambiamento personale e per instaurare abitudini più funzionali e salutari.

Modelli ricorrenti di pensiero influenzano e determinano il modo in cui percepiamo eventi, relazioni ed esperienze.

Gli schemi di pensiero sono strutture mentali che organizzano e interpretano le informazioni provenienti dall’esperienza. Essi influenzano la nostra percezione della realtà e guidano le nostre reazioni emotive e comportamentali. La loro formazione è il risultato di processi di apprendimento, esperienze di vita, e, in molti casi, dinamiche inconsce che si radicano fin dalla prima infanzia.

L'Origine dei Nostri Schemi

Sigmund Freud ha posto le basi per comprendere come processi inconsci – legati a conflitti interiori e a dinamiche formative dell'infanzia – plasmino il nostro modo di pensare e di reagire. Per esempio, una persona che ha vissuto esperienze di abbandono nella prima infanzia potrebbe sviluppare uno schema in cui interpreta ogni segnale di distanza emotiva come una ripetizione del passato, influenzando le relazioni adulte.

Carl Jung ha ampliato questa visione introducendo il concetto di inconscio collettivo e degli archetipi. Secondo Jung, certi schemi di pensiero, come quelli legati alla figura del "giudice interiore" o del "rifiutato", sono condivisi a livello universale e influenzano la nostra interpretazione di eventi e relazioni.

Teorie successive, come quella delle relazioni oggettuali: Klein e Winnicott, sottolineano l’importanza dei legami affettivi precoci e di come le prime relazioni (con figure di attaccamento) influenzino la formazione di modelli relazionali e comportamentali, portando, ad esempio, a determinate abitudini nel modo di relazionarsi agli altri.

Aaron Beck ha descritto come le distorsioni cognitive – ovvero schemi di pensiero disfunzionali – possano portare a una visione negativa e rigida della realtà. Ad esempio, il pensiero dicotomico (vedere le cose in bianco o nero) o la generalizzazione eccessiva (una singola esperienza negativa che viene estesa a tutte le situazioni simili) sono schemi che possono alimentare stati depressivi e ansiosi.

Albert Ellis ha individuato credenze irrazionali che, se non sfidate, diventano parte integrante dello schema di pensiero. Queste credenze, come l’idea di dover essere perfetti per essere amati, possono portare a continui sentimenti di inadeguatezza e insoddisfazione personale.

Anche se il contributo di Jean Piaget si focalizza maggiormente sullo sviluppo cognitivo nell’infanzia, il concetto di “schema” da lui proposto descrive come le strutture mentali si formino e si adattino in base alle esperienze. Questi schemi, una volta consolidati, diventano filtri attraverso cui interpretiamo il mondo.

Fritz Perls ha evidenziato come la consapevolezza del “qui ed ora” aiuti a comprendere e interrompere schemi automatici, promuovendo una maggiore autenticità nelle reazioni quotidiane.

Carl Rogers, con il suo focus sull’autenticità e l’autoaccettazione, ha evidenziato l’importanza di un dialogo interiore positivo per sviluppare una visione di sé più equilibrata e meno giudicante.

Come i Nostri Schemi Influenzano la Vita Quotidiana

Le abitudini mentali si radicano quando certi schemi di pensiero vengono attivati automaticamente in situazioni specifiche. Ad esempio, l’abitudine di interpretare un feedback negativo come una conferma di inadeguatezza può portare a una costante tendenza all’autocritica, influenzando sia le emozioni che i comportamenti.

Interazione Dinamica:
Le abitudini rappresentano la manifestazione esterna e ripetitiva degli schemi interni. In altre parole, i nostri schemi di pensiero influenzano le emozioni che a loro volta guidano i comportamenti abituali, mentre gli schemi di comportamento, rinforzati dall’esperienza, possono consolidare e rendere automatici determinati schemi mentali.

  • Ad esempio, una persona che sviluppa l’abitudine di evitare situazioni sociali a causa di un pensiero ricorrente di inadeguatezza, conferma e rafforza sia il modello di pensiero negativo sia il comportamento evitante.

Interconnessione: I pensieri influenzano le emozioni e i comportamenti e viceversa. Riconoscere questi schemi ci permette di intervenire: sostituire pensieri negativi o distorti con alternative più equilibrate può portare a cambiamenti significativi nei comportamenti quotidiani.

Fermarsi ad analizzare i propri schemi di comportamento aiuta a comprendere cosa ci limita.

Rimanere in uno spazio sicuro ci protegge, ma può anche impedirci di crescere e scoprire altre nuove possibilità.

La riflessione sui propri schemi di comportamento e di pensiero e la loro relazione con le abitudini quotidiane rappresenta un percorso di auto-conoscenza che apre la strada a cambiamenti profondi e duraturi.

Strumenti per l'Auto-Riflessione

Vi propongo alcune Tecniche e Strumenti per l’Auto-Riflessione che ho utilizzato o che mi sono state insegnate:

  • Auto-Interrogazione: Chiediti regolarmente: “Perché reagisco in questo modo?”, “Qual è l’origine di questo pensiero?” oppure “Quali alternative posso considerare in una situazione simile?” “Quali abitudini mi aiutano davvero?” “Quali azioni ripetitive non mi servono più e potrei modificare?”

  • Diario Personale: Scrivere regolarmente le proprie esperienze, emozioni e pensieri aiuta a identificare pattern ricorrenti. Annota non solo cosa accade, ma anche come reagisci emotivamente e quali pensieri emergono.

  • Mindfulness e Meditazione: Queste pratiche facilitano l’osservazione non giudicante dei pensieri e delle sensazioni, favorendo una maggiore consapevolezza del momento presente. Ciò può rivelarsi fondamentale per notare abitudini mentali automatiche.

  • Feedback Esterno: Parlare con un counselor o uno psicoterapeuta può offrire una prospettiva esterna, aiutandoti a riconoscere schemi che potrebbero sfuggirti.

Un Invito al Cambiamento Benefici della Riflessione Consapevole

  • Maggiore Autoconsapevolezza: Conoscere i propri schemi permette di capire meglio le proprie emozioni e reazioni, facilitando il controllo emotivo.

  • Crescita Personale: Identificare e modificare abitudini o pensieri disfunzionali apre la strada a un cambiamento positivo e a una migliore gestione dello stress.

  • Relazioni Migliori: Quando capisci te stesso, diventi più empatico e comprensivo verso gli altri, migliorando la qualità delle tue relazioni interpersonali.

  • Decisioni Consapevoli: Una maggiore consapevolezza porta a decisioni più ponderate e in linea con i tuoi valori e obiettivi a lungo termine.

In sintesi, riflettere sulle proprie abitudini e schemi di comportamento e pensiero è un processo di scoperta interiore che richiede pazienza e onestà.

Attraverso l’autoanalisi e l’uso di tecniche di mindfulness, journaling ed altre descritte, può condurre a una vita più equilibrata, autentica e soddisfacente.

È un viaggio continuo, il mio è iniziato più di trent'anni fa, mamma mia come passa il tempo, chi mi conosce o mi segue da tempo, sa che nella mia ricerca sono passata dalle diverse tecniche orientali, alla Dmt Espressiva Psicodinamica, al counseling, alla mindfulness...e ancora lavoro su me stessa e ancora ovviamente sbaglio.

Lo spazio delle varianti ZelandLo spazio delle varianti Zeland

Risorse per approfondire

Alcune letture che mi hanno ispirato già selezionate che ti portano direttamente alla pagina del libro con un semplice click.

LIbri che hanno segnato tappe importanti nel mio percorso di consapevolezza. Te li condivido con il cuore: Sigmund Freud: Per comprendere le basi dell'inconscio e come le nostre prime esperienze plasmano gli schemi profondi della nostra psiche. Carl Gustav Jung: Per esplorare gli archetipi e l'inconscio collettivo che influenzano i nostri modelli comportamentali al di là delle esperienze individuali. Albert Ellis: Per strumenti pratici che ci aiutano a identificare e sfidare le convinzioni irrazionali alla base dei nostri schemi disfunzionali. Alexander Lowen: Per comprendere come i nostri schemi mentali si manifestano nel corpo e come il lavoro corporeo possa liberare blocchi emotivi profondamente radicati. Vadim Zeland: Per una prospettiva innovativa su come possiamo "navigare" tra differenti realtà, modificando la nostra percezione e i nostri modelli mentali.

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